Gli Speciali di
I 150 anni dell'Istituto Idrografico della Marina di Genova
Istituto Idrografico della Marina,
150 anni di Storia con lo sguardo al futuro
Teodoro Chiarelli, Direttore di Shipmag
È una delle eccellenze italiane in campo marittimo. E lo è da 150 anni. L’Istituto Idrografico della Marina, fondato a Genova nel 1872, con sede a Forte San Giorgio, su uno dei bastioni della cinta muraria cinquecentesca della città, festeggia l’anniversario con la concessione della Bandiera d’Istituto concessa dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Shipmag ha deciso di celebrare questa eccellenza italiana e genovese con uno “speciale” interamente dedicato all’Istituto: interviste, reportage, filmati, fotografie e articoli per raccontarne la storia, il presente e il futuro. L’Istituto Idrografico della Marina è l’Organo cartografico di Stato deputato alla produzione e all’aggiornamento della cartografia e della documentazione nautica ufficiale italiana. Come tale, ha la responsabilità di rilevare 8.500 km di coste e 550.000 kmq di mari di pertinenza italiana, grazie a una squadriglia di navi idro-oceanografiche dotate delle più moderne apparecchiature scientifiche.
Diretto dall’ammiraglio Massimiliano Nannini, l’Istituto occupa 300 addetti, equamente divisi fra militari e civili, oltre a 250 unità imbarcate sulle navi. Un’attività di fondamentale importanza per il Paese, volta prima di tutto a garantire la sicurezza della navigazione e la salvaguardia della vita umana in mare. Non è un caso che l’Idrografico sia ancorato a Genova. La Superba e il mare: un rapporto plurisecolare che affonda le radici negli antichi fasti della Repubblica Marinara. Nel solco di questa gloriosa tradizione, l’Istituto svolge un ruolo attivo, sia a livello nazionale che internazionale, nella sua duplice funzione di Ente Militare e di organismo al servizio della società civile. Un’attività importantissima, ma poco conosciuta dal grande pubblico. Shipmag, con questo “speciale”, vuole perciò dare un contributo di informazione e conoscenza: il modo migliore, crediamo, di partecipare alla ricorrenza dei 150 anni dalla fondazione. Quanti sanno, ad esempio, che è l’Idrografico a Genova a misurare il livello medio del mare attraverso un mareografo sistemato in un casotto nel Porto Antico? Il dato viene poi trasmesso all’Istituto Geografico Militare di Firenze che definisce l’altimetria terrestre. Ma il forte San Giorgio è anche uno scrigno di tesori di grande interesse storico, capolavori di tecnica che spesso sono pure oggetti intrinsecamente belli. Strumenti nautici, topografici, astronomici, geodetici. E poi cronografi, mappamondi, carte nautiche secolari, matrici di rame incise a mano: 25 mila cimeli del passato, una biblioteca di 35 mila volumi specialistici, 660 portolani e atlanti d’epoca.
Uno dei fiori all’occhiello dell’attività dell’Istituto è la ricerca sul campo, che lo ha visto collaborare sin dall’inizio con le attività del Programma Nazionale di Ricerca in Antartide (Pnra), partecipando, con proprio personale, a numerose spedizioni e realizzando e mantenendo aggiornate tre carte nautiche della zona di Baia Terranova prospiciente la base italiana “Mario Zucchelli”. Inoltre, l’Idrografico dal 2017 coordina e gestisce il programma pluriennale di ricerca in Artico denominato “High North”, in collaborazione con importanti enti di ricerca nazionali ed esteri, raccogliendo dati relativi all’atmosfera, alle masse d’acqua, al fondo e al sottofondo marino, che poi condivide con la comunità scientifica e idrografica internazionale.
Ora, con 150 anni di storia alle spalle, l’Idrografico è proiettato al futuro. Va verso la digitalizzazione dell’attività cartografica e guarda all’intelligenza artificiale. E’ inserito nelle attività della Marina relative al progetto Smart Technologies che prevede l’acquisizione di una serie di mezzi unmanned (a guida autonoma, senza equipaggio) per la cui movimentazione è stata individuata una seconda sede sul mare nel porto di Genova a Ponte Parodi, lato ponente. L’ipotesi di accordo con il Comune prevede in cambio di questi spazi, la cessione alla città di una porzione della caserma Gavoglio e la Batteria Stella nella zona delle riparazioni navali nel waterfront di levante. Non solo: l’Idrografico potrà disporre, sempre a Ponte Parodi, di una propria banchina di 150 metri lineari. Banchina che sarà utilizzata come base per la nuova nave oceanografica da 6 mila tonnellate di stazza lorda e 110 metri di lunghezza, per un investimento di 300 milioni di euro, commissionata a Fincantieri, che verrà consegnata nel 2025.
Per celebrare l’importante ricorrenza dei 150 anni, l’Istituto ha organizzato una mostra per raccontare la propria storia e le sue attività. Fino al 16 aprile la Sala Liguria di Palazzo Ducale ospita la mostra “L’Istituto Idrografico della Marina, 150 anni al servizio del Paese”. L’esposizione ha un carattere prettamente didattico. Il percorso si articola in una serie di vetrine, contenenti strumenti nautici, idrografici, oceanografici, topografici, geodetici e astronomici, e soprattutto in una settantina di pannelli fotografici che riproducono immagini d’epoca, carte nautiche storiche e momenti di vita vissuta. Da non perdere.
Il Programma "High North", alla scoperta dell'Artico
Un Programma di ricerca iniziato nel 2017, che non si è fermato neanche nell’anno culmine della pandemia. Nell’estate 2020 i ricercatori e il personale militare che solitamente passano a bordo poco più di due settimane, resistettero senza contatti fisici col mondo esterno per oltre due mesi. Ma cos’è “High North” nel dettaglio?
Arrivata nel 2023 al settimo anno consecutivo, la missione “High North” è un programma di ricerca promosso in primis dall’Istituto Idrografico della Marina, che invia nell’Artico ogni estate la nave Alliance, carica di ricercatori, scienziati e giovani idrografi. Sulla Alliance trovano spazio laboratori e attrezzature all’avanguardia, che fanno della missione un punto ormai fisso per la ricerca scientifica internazionale.
Lo scorso Luglio si è conclusa la sesta campagna di esplorazione nel Mar Glaciale Artico, impreziosita dalla presenza di otto giovani aspiranti idrografi, imbarcati su nave Alliance per il tirocinio formativo. Insieme al personale della Marina Militare italiana, hanno partecipato alla spedizione anche studenti dell’Università di Genova e unità di marine estere. Nel corso di questi anni sono stati acquisiti dati sui ghiacci, sulla colonna d’acqua, effettuati campionamenti del particolato sospeso in superficie per lo studio delle macro e microplastiche. Azioni che permetteranno di approfondire lo stato di salute non solo dell’Artico, ma degli oceani in generale.
Nave Alliance, unità polivalente di ricerca di proprietà del Center of Maritime Research Exploration della NATO e un equipaggio di 47 marinai della Marina Militare, al comando del capitano di fregata Pasquale Perrina, e un team scientifico di 10 ricercatori, ha condotto lo scorso anno le attività di ricerca per 2700 miglia marine, consentendo al team dell’Istituto Idrografico della Marina di spingersi fino al limite dei ghiacci, mappando oltre 3100 km2 di fondale inesplorato e raggiungendo la latitudine massima di 81°21.430’N nel settore settentrionale delle Isole Svalbard.
Organo Cartografico dello Stato per definizione, l’Idrografico assolve al suo compito con un doppio aspetto. E non è retorica dire che sia quantomai incastonato nel tempo. Da una parte, 150 anni di Storia e di cartografia. Scritti con l’inchiostro e le lamine delle stampe, con i rilievi manuali e con le infinite misurazioni di ogni punto sulla carta. Dall’altro, un futuro digitale che mantiene però all’Istituto genovese il suo fulcro, normativo e di rappresentanza.
L’Istituto Idrografico, infatti, conduce il rilievo sistematico dei mari italiani – oltre 550.000 Kmq di aree marine, con uno sviluppo costiero superiore ai 7.800 km – avvalendosi di navi idro-oceanografiche della Marina Militare appositamente attrezzate e di proprie spedizioni, valorizza e controlla i dati raccolti per organizzarli e finalizzarli alla produzione della cartografia e documentazione nautica.
Vediamo nel video successo più approfonditamente come si passa da un rilievo idrografico alla stampa di una carta nautica.
NIOM, la nuova unità per il futuro dell'Istituto Idrografico
È stato firmato lo scorso 22 Dicembre 2022 il contratto per la progettazione, la costruzione e la fornitura di una nuova Nave Idro-Oceanografica Maggiore (NIOM) e del relativo supporto logistico (Integrated Logistic Support e Temporary Support). Ad apporre le due firme, il Direttore degli Armamenti Navali del Segretariato Generale della Difesa, Ammiraglio Ispettore Capo Massimo Guma, e il Direttore Generale della Divisione Navi Militari di Fincantieri, Dario Deste. L’appalto vinto da Fincantieri ha un valore complessivo di 284 milioni di euro, e il programma è il primo progetto della Difesa per il quale la Banca Europea degli Investimenti (BEI) ha messo a disposizione, sotto forma di prestito, risorse economiche e finanziarie in favore del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), contribuendo in modo significativo alla crescita del settore “ambiente e cambiamenti climatici”, considerato di interesse prioritario da parte delle Istituzioni comunitarie.
La NIOM rappresenta un notevole balzo in avanti per le capacità di proiezione dell’Italia nel campo della ricerca scientifica nei contesti più complessi del mondo. L’Unità, infatti, consentirà alla Marina Militare di andare a sostituire alcune delle navi in esercizio che fanno parte del “Servizio Idrografico” nazionale. Tra le attività oggi in essere delle unità della MM, la produzione e dell’aggiornamento della documentazione cartografica nautica ufficiale. Ma la NIOM avrà anche un carattere decisamente più ampio, garantendo un efficace supporto alla comunità scientifica internazionale, sia nel Mediterraneo sia nell’Artico, grazie alle sue future capacità dual-use.
Con una lunghezza di circa 110 m e larghezza di circa 19 metri, la NIOM sarà dotata di un sistema di posizionamento dinamico e di un sistema di propulsione integrato completamente elettrico, caratterizzato da basse emissioni in atmosfera, in modo da consentire la navigazione anche in aree di interesse protette o soggette a particolari restrizioni. Impianti e attrezzature scientifiche permetteranno di operare in climi con temperature medie sino a -20°C, eseguire rilievi batimetrici, topografici e geodetici, acquisire dati idro-oceanografici e geofisici marini e meteorologici, oltre che effettuare rilievi di anomalie magnetiche e condurre attività a supporto di operazioni di Rapid Enviromental Assessment (REA). A bordo verrà ospitato anche un veicolo subacqueo autonomo tipo Autonomous Underwater Vehicle (AUV), equipaggiato con sensori idro-oceanografici e predisposto all’imbarco di moduli containerizzati per garantire la massima interoperabilità.